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venerdì 8 aprile 2011

SACAGAWEA

SACAGAWEA

Sacagawea : (donna uccello) della tribù Shochoni , nata nell’anno 1786 circa sull’alto corso del Salmon River, stato Idaho, morta il 9 aprile 1884 a Fort Washakie, Wyoming.
Dicevano di lei: Era intelligente, gioiosa, svelta, conosceva sempre ogni espediente ed era cara e preziosa come oro (diario di Lewis e Clark)

La vicenda di Sacagawea ebbe inizio quando era una ragazzina di soli dodici anni. Era accaduto che, mentre ella accompagnava la sua tribù alla caccia al bisonte, guerrieri dei Piedi Neri l’avessero rapita . Dopo essere stata con i Piedi Neri, Sacagawea venne venduta come schiava agli Hidatsa. . All’età di quattordici anni venne rivenduta dagli Hidatza a un uomo dei boschi franco-canadese, Toussaint Charbonneau, che viveva insieme a quella tribù, e Sacagawea divenne così sua moglie.
Nel 1805 Charbonneau venne assunto da  i capitani Lewis e Clark, in qualità di interprete, durante i preparativi che si stavano facendo per la loro spedizione. I due, in questo modo, vennero a conoscere anche Sacagawea, che si dimostrò, nel corso del viaggio, persona di valore, essenziale per la spedizione quanto suo marito.
Sacagawea fu estremamente importante per i capitani Lewis e Clark. Conosceva i territori di caccia della sua tribù a est e a ovest del passo Lemhi, ma anche i territori fino a Three Forks, che aveva imparato a conoscere fin da bambina quando vi si recava tutti gli anni con la sua tribù per la caccia al bisonte. Era proprio da Three Forks che Sacagawea era stata portata via dagli Hidatsa  e condotta al loro villaggio sul fiume Missuori.
Charbonneau aveva spesso partecipato con lei alla caccia del bisonte nella striscia di terra a ovest del Missouri, e insieme alla moglie andava ogni anno  a visitare almeno una volta , il punto commerciale britannico sull’Assiniboin River. Lewis e Clark si resero subito conto che per la loro impresa ardimentosa avevano un’assoluta necessità di cavalli. Trovarne in gran numero era possibile  soltanto presso la tribù indiana degli Shoshoni . Per questo fu ovvio quanto sarebbe riuscito utile l’impiego di Sacagawea come interprete e mediatrice.Inoltre la donna era anche una garanzia per rapporti pacifici con gli Shoshoni . Ed ella era perfettamente in grado di eseguire tutti quei lavori che le competevano  come moglie: fabbricava  indumenti, utilizzando pelli , sapeva preparare mocassini  e si dava sempre un gran daffare . In più si occupava  con grande impegno, anche durante il viaggio, del suo bambino “Pomp” di soli due mesi, che era diventato il pupillo di quei rozzi uomini. Il 7 aprile 1805 si trova scritto nel giornale della spedizione:
-          La donna di Charbonneau ci accompagna con il suo bambino ancora piccolo; speriamo che ci possa essere utile come interprete per gli Snake.
Si afferma spesso che Sacagawea avrebbe condotto Lewis e Clark attraverso le montagne Rocciose. Ma pare eccessivo, perché le sue conoscenze del territorio non si spingevano fino a tanto. Ella fu certo utile alla spedizione, invece, per quanto riguarda il passo Lemhi e per i sentieri di montagna di quelle zone.
Lewis e Clark alzarono un autentico canto di lode a sacagawea, che si era resa più volte preziosa per la riuscita della spedizione.
Quando Charbonneau, poco pratico con i corsi d’acqua, rovesciò la barca, fu infatti proprio sua moglie che con grande coraggio riuscì a mettere in salvo il prezioso carico con i campioni raccolti. Al di sopra delle grandi cascate del Missouri il viaggio si fece poi sempre più arduo e difficile. Sacagawea si ammalò gravemente e, per darle un po’ di sollievo   , la si condusse presso le vicine sorgenti sulfuree. Durante quella sosta, che durò più di quattro settimane, dal 15 giugno fino al 16 luglio, gli uomini stabilirono di muoversi con le barche e di trasportare, contro corrente, per quasi trenta chilometri e con grande fatica , l’equipaggiamento in dotazione.
Il 10 agosto essi raggiunsero finalmente lo spartiacque tra il Golfo del Messico e l’Oceano Pacifico. Fu a quel punto del viaggio che si imbatterono in un villaggio Shoshone, al quale si avvicinarono lasciando sventolare la bandiera americana. La diffidenza degli Shoshoni, che temevano un assalto da parte dei loro nemici secolari, i Piedi Neri,scomparve del tutto quando riconobbero in Sacagawea una donna appartenente alla loro tribù. Si scoprì che il fratello di Sacagawea, Cameahwait, era proprio un abitante di quel villaggio. Per Lewiz e Clark non c’erano più difficoltà: avrebbero avuto cavalli a sufficienza.
Gli Shoshoni si mostrarono quanto mai ospitali e amichevoli con i nuovi arrivati. Offrirono loro, tra l’altro, anche salmone arrosto e questo fu per Lewis e Clark un chiaro segno del fatto che era stato raggiunto lo spartiacque, giacché i salmoni possono risalire la corrente solo dal versante  dell’Oceano Pacifico. Tuttavia il fiume “ dei salmoni” non risultò praticabile. Non vi si potevano usare né le barche né le canoe. Gli Shoshoni aiutarono allora Lewis e Clark a percorrere un’altra strada, per via di terra.
Il 12 settembre Lewis e Clark attraversarono il Passo Lolo; dieci giorni più tardi arrivarono ai villaggi Nez Percè, dove vennero nuovamente accolti con molta cordialità. Navigando per lo Snake River e il Columbia River, i due esploratori giunsero finalmente, il 15 novembre 1805, alla loro meta: davanti a loro si apriva l’Oceano Pacifico.
In una casamatta, che divenne poi Fort Clatsop, si trascorse l’inverno e in primavera si iniziò il viaggio di ritorno. Fu ancora una volta Sacagawea a guidare la spedizione attraverso i passi di montagna quasi impraticabili. In seguito, la pubblicazione del resoconto di viaggio di lewis e Clark contribuì a rendere popolare quell’indiana dai costumi tanto semplici.
-          Fu sempre insieme con il piccolo figlio ancora lattante. Viaggiò con noi uomini. Ci condusse, sicura della meta, attraverso passi di montagna e terre desolate; era intelligente , gioiosa, svelta, conosceva sempre ogni espediente ed era cara e preziosa come oro; fu lei a trascinare tutti noi.
Dopo la conclusione della spedizione, la donna si separò da Charbonneau e rimase con suo figlio presso gli Shoshoni in Wyoming e sposò quindi un Comanche, con il quale visse fino alla morte di questo. In seguito sposò un francese, che però rimase quasi subito ucciso. Fu Clark, allora, che si occupò del figlio di lei Baptiste, al quale intanto era stato reso possibile frequentare la scuola di S. Louis. Negli anni 1822 al 1824 il duca Paul Wilhelm von Wuttemberg, l’ardimentoso esploratore, intraprese il suo primo viaggio in America settentrionale. In quell’occasione decise di adottare Baptiste e lo portò quindi con se a Wuttemberg. Nel suo secondo viaggio, nel 1829, si fece accompagnare dal giovane fino all’alto Missori. Nel 1830, quando ormai aveva venticinque anni, anche Baptiste  fece ritorno alla sua tribù d’origine.
Nel 1871 Baptiste portò  sua madre fino alla neo costituita riserva degli Shoshoni, dove si prese cura di lei fino al giorno della sua morte, avvenuta nell’anno 1884. Solo un anno più tardi morì anche Baptiste.
Il parco Sacagawea, uno dei campi della spedizione di Lewis e Clark, che sorge alla confluenza dello Snake River nel Columbia River, è un tributo alla memoria della più famosa tra le donne indiane dell’America settentrionale, dopo Pocahontas.
Col nome di suo figlio “Pomp” fu battezzato il celebre Pompey’s Pillar, una grande roccia, sulla quale, nel corso degli anni, sono stati incisi numerosi nomi e messaggi, anche in caratteri pittografici indiani.
Nell’Estate del 1905, cento anni dopo la formidabile impresa di lewis e Clark, venne ulteriormente celebrata la popolare donna indiana. In suo onore, infatti, venne eretta una statua di bronzo a City Park a Portland, Oregon.
Se Sacagawea è stata anche spesso idealizzata e, in parte, anche romanzata, ha in ogni caso incarnato l’emblema della donna indiana, semplice e diligente.
Aveva trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita presso un gruppo di Shoshoni, noto anche come Washakie’s Band. Condottiero di questo gruppo era Washakie, un capo che per tutta la vita si mantenne amico degli americani, che sostenne con determinazione. Si comprende come egli sia alla fine assurto, per gli americani, a immagine ideale del “buon” indiano.

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